Carbon Based Lifeforms, Twentythree, 2011

http://ultimae.bandcamp.com/album/twentythree

http://ultimae.com/en/releases/carbon-based-lifeforms-twentythree/index.html

English version

It's been almost a year since the release of this album from the Swedish duo, yet has lost none of its charm, even after dozens of listens.

Compared to the other CBL's albums, this one is particular because it's all without beats, fully belonging to the drone genre. Even if I often listen to the SomaFM's channel DroneZone, I can't recall so deep and magic pieces.

The artwork of the CD is impeccable. The external panels have radio-telescopes on a fiery sunset, while the internal panels and the printed side of the CD itself have a star field immersed in a nebula. The booklet contains pictures of radio-telescopes and repeaters, with no text, but the protagonist is the sky in the background.

The album consists of the following tracks:

1 Arecibo                     [09:20]
2 System                      [07:31]
3 Somewhere in Russia         [08:36]
4 Terpene                     [05:56]
5 Inertia                     [10:33]
6 VLA (edit)                  [10:01]
7 Kensington Gardens          [06:24]
8 Held together by gravity    [08:05]

The album opens with Arecibo, which begins with a vague melody and then melt into drone, but the feeling is that we are still on Earth. The title comes from the radio-telescope which sent a message to the space. I do not know if any ET will ever get the message, but at least this piece is an excellent introduction to the album. We are taking off and we let our space neighbours know that we are coming...

With System we get in orbit. Space, deep space, just close our eyes and you're floating in the infinity. Sometimes the samples assure us that all is well. There is still the question, what system is this? The solar system? Or the system of our starship? Or a space station? Nevermind, just enjoy the trip.

With the third track we get lost somewhere in Russia. A voice whispers something, but it's unclear what it's saying. The melody is sweet, melancholy, almost sad. Where are we? In the sky above Russia? or lost in the Siberian ices? Now and then the sky opens up giving us some light.

Is there life in the space? For now we have something: ?http://en.wikipedia.org/wiki/Terpene. It's the disc's most melodic track, has a somehow different style comparing to the rest of the album, but it's simply a masterpiece. It's almost six minutes of melancholy happiness. There are no words to describe it, you need to listen to it for yourself.

When the last notes from Terpene fade, we're back in the space, gliding, driven by inertia, accompanied by strange sounds. Tools on board? Messages from the deep space? Anyway, no panic, everything is fine. The vocals of Karin Andersson reassure us. Simply perfect.

With the sixth piece we are still in the space: VLA, the Very Large Array of New Mexico. We are listening to the sky and to the deep space. It's 10 minutes of total immersion, and it's just one sixth of the original track. It could continue forever! I bought this album in November 2011, I've listened to it dozens of times, and it's not enough! Today (July 13, 2012) I've bought the full version. Awesome! 10 minutes of VLA? Way too short! Like I said before, I've been listening for months to DroneZone (after discovering the drone genre with this album), but I can't remember anything more beautiful and deep than this track.

Then VLA ends... Ouch! We are on the ground. Where have we landed? In London, in the Kensington Gardens. Children playing, birds singing ... But, hey, until a few second ago I was in the space, where did you bring me? Or maybe I'm just asleep in my starship and I'm dreaming about a quiet summer afternoon in the park? But no way! I want to go back! I was not sure if this track made sense for this album. Perhaps the album would have worked better without it. Or perhaps the sense is precisely to create a break, to emphasize the other ones. Anyway, the 6 minutes pass quickly without any sign of boredom and... oh my god, it's full of stars! The disc closes with a piece held together by gravity. It seems to breathe joy and euphoria. Bravo maestro!

 

As you can easily understand, the drone genre is a very delicate one, given the quite long average length of the pieces (required to create the sense of immersion), and the risk of tiring and boring is very high. Boredom? Never experienced anything like this listening to Twentythree.

It's amazing how much more than an hour (more than two, actually, including the full-lenght VLA) of beatless music can engage and excite so much. This album is a stable guest of my MP3 portable player. I remember a walk by the sea just after the sunset, in winter, with Twentythree as soundtrack, and it was truly like floating among the stars. It was an unforgettable experience.

Oh, I was forgetting. This album is a masterpiece. Maybe it's because of its more modern sensibility, but in my opinion it beats even a classic of the genre like Biosphere's Substrata.

-- Marco

June 3, 2012. Updated July 13, 2012

Versione italiana

È quasi passato un anno dall'uscita di questo album del duo svedese, eppure non ha perso nulla del suo fascino, neppure dopo dozzine di ascolti.

La particolarità di quest'album rispetto agli altri di CBL è che è tutto senza percussioni (più o meno elettroniche), entrando quindi a pieno titolo nel genere “drone”. Pur ascoltando con una certa frequenza il canale DroneZone di SomaFM, raramente mi imbatto in pezzi così profondi.

La veste grafica del CD è riuscitissima. Sui pannelli esterni ci sono i radiotelescopi sullo sfondo di un tramonto di fuoco; i tre pannelli interni e il lato stampato del CD hanno invece le stelle immerse in una nebulosa. Il libretto contiene foto di radiotelescopi e ripetitori, senza testo, ma il protagonista è il cielo sullo sfondo.

L'album è composto dalle seguenti tracce:

1 Arecibo                     [09:20]
2 System                      [07:31]
3 Somewhere in Russia         [08:36]
4 Terpene                     [05:56]
5 Inertia                     [10:33]
6 VLA (edit)                  [10:01]
7 Kensington Gardens          [06:24]
8 Held together by gravity    [08:05]

L'album si apre con Arecibo, che comincia con una vaga melodia per poi sciogliersi nel drone, ma la sensazione è che siamo ancora sulla Terra. Il nome viene dal radiotelescopio da cui fu spedito un messaggio nello spazio. Non so se qualche ET riceverà mai il messaggio, quel che è certo è che questo pezzo è un'ottima introduzione al disco. Stiamo decollando e avvertiamo i vicini spaziali che stiamo arrivando...

È con System che siamo in orbita. Spazio, spazio profondo, basta chiudere gli occhi per fluttuare nell'infinito. Ogni tanto le campionature ci assicurano che tutto va bene. Resta il dubbio di quale sistema si tratti. Il sistema solare? O il sistema della nostra astronave personale? O di una stazione spaziale? Non importa, l'importante è godersi il viaggio.

Con la terza traccia ci siamo persi da qualche parte in Russia. Una voce sussurra qualcosa, ma è inafferrabile. La melodia è dolce, malinconica, quasi triste. Dove siamo? Nel cielo sopra lo Russia? o persi nei ghiacci della Siberia? A tratti il cielo si apre regalandoci un po' di luce.

C'è vita nello spazio? Per il momento abbiamo trovato qualcosa: dei terpeni. È la traccia più melodica del disco, e si distanzia per questo dallo stile generale, ma è semplicemente un capolavoro. Sono quasi sei minuti di una felicità malinconica. Non ci sono parole per descriverla, bisogna solo ascoltarla.

Quando le ultime note di Terpene sono sfumate, rieccoci nello spazio, scivolando trascinati dall'inerzia, accompagnati da strani suoni. Strumenti di bordo? Messaggi dall'infinito? Comunque niente panico, va tutto bene. I vocalizzi di Karin Andersson ci rassicurano. Un drone semplicemente perfetto.

Con il sesto pezzo, si continua con lo spazio: VLA, il Very Large Array del New Mexico. Stiamo ascoltando il cielo e le profondità dello spazio, non c'è alcun dubbio. Immersione totale per 10 minuti di drone, ed è solo un sesto della traccia originale! Potrebbe andare avanti così all'infinito. Acquistai questo disco nel novembre del 2011, l'ho ascoltato dozzine e dozzine di volte, e non mi basta! Oggi (13 luglio 2012) ho acquistato la versione integrale di questo fantastico pezzo. Stupendo! 10 minuti di VLA? Hey, troppo poco! Ascolto da mesi DroneZone (dopo aver scoperto il genere drone grazie a questo disco), ma non ricordo pezzi più belli e più profondi di questo.

Poi VLA giunge a termine e... Ouch! Siamo a terra. Dove siamo atterrati? A Londra, nei Kensington Gardens. Bambini che giocano, uccelli che cantano... Hey, ma fino a qualche secondo fa ero nello spazio, dove mi avete portato? O forse mi sono addormentato nella mia astronave e sto sognando un tranquillo pomeriggio estivo nel parco? Ma no! Voglio tornare indietro! Ho qualche dubbio sul senso di questo pezzo. Forse l'album avrebbe funzionato meglio senza. O forse il senso è proprio quello di creare una cesura con il resto, per enfatizzarlo. Ad ogni modo i 6 minuti passano velocemente senza che la noia faccia capolino e... Oh mio dio, è pieno di stelle! Il disco si conclude con un pezzo tenuto insieme dalla gravità. Pare traspirare gioia e euforia. Bravo maestro!

 

Come si può capire facilmente, il drone è un genere assai delicato, data la lunghezza media dei pezzi piuttosto lunga (necessaria per creare l'atmosfera di immersione), e il rischio di stancare e annoiare è elevatissimo. Noia? Mai provato nulla di simile ascoltando Twentythree.

È incredibile come più di un'ora di musica beatless (più di due ore, considerando anche la versione integrale di VLA) possa coinvolgere e appassionare così tanto, eppure questo disco è ospite fisso del mio lettore MP3. Ricordo una passeggiata d'inverno appena dopo il tramonto in riva al mare, con in cuffia Twentythree, e sembrava davvero di fluttuare tra le stelle. Esperienza indimenticabile.

Oh, dimenticavo. Questo disco è un capolavoro. Sarà la sensibilità più moderna, ma per me batte anche un classico del genere come Substrata di Biosphere.

-- Marco

3 giugno 2012, aggiornato il 13 luglio 2012